Quadrato, allungato, tozzo, dolce, piccante, rosso, giallo e verde: il peperone è un ortaggio caratterizzato dalle molteplici forme, colorazioni, sapori, utilizzi e virtù. Anche in questi giorni ne troviamo di molti tipi al mercato, ma l’eccellenza delle produzioni locale è indubbiamente quella da preferire.
Nelle nostre zone viene infatti da secoli viene storicamente coltivato il peperone della tipologia Quadrato d’Asti, che si caratterizza appunto per la forma a parallelepipedo: negli anni attente selezioni e meditati incroci hanno portato a varie modifiche migliorative fino ad arrivare all’aspetto odierno con peperoni di notevole peso, molto carnosi, dolci e mai piccanti.
Perché il peperone può essere cotto in padella, al forno, fritto, farcito, impanato, grigliato, marinato o anche mangiato crudo: tra il rosso e il giallo non ci sono sostanziali differenze di sapore, mentre il peperone verde è in realtà un peperone immaturo, che deve cioè ancora sviluppare la sua naturale pigmentazione. Ha per questo una consistenza più soda e compatta, in quanto è ancora acerbo: ecco perché viene spesso utilizzato per essere infilzato tra un pezzo di carne e l’altra negli spiedini alla griglia.
Come la maggior parte delle Solanacee, famiglia botanica di appartenenza, il peperone è originario delle Americhe dove era conosciuto e coltivato dalle civiltà pre-colombiane, specialmente nella tipologia piccante. Arrivò in Europa inizialmente con la sola funzione di spezia, come bacca dal sapore acre e piccante, un sorta di grosso granello di pepe: il che giustifica la sua introduzione nel vocabolario mediterraneo con il termine peperone, inteso come grande pepe. La sua evoluzione nelle specie più dolci, oggi largamente consumate come ortaggi da contorno, avverrà nei secoli seguenti, attraverso selezioni botaniche delle cultivar “grossum” e “longum”, meno piccanti e più carnose
Il nome botanico dato da Linneo, il grande naturalista svedese che si prese per primo la briga di riorganizzare e classificare lo scibile di flora e fauna, al peperone sarà poi “capsicum”: si pensa che il termine sia stato preso in prestito dal latino “capsula”, scatola, in allusione alla forma dell’ortaggio che si presenta come una grande bacca, per la maggioranza vuota, se non per il grappolo di semini attaccati al picciolo. Questa caratteristica tra l’altro rende il peperone idoneo alla farcitura, in particolare quelli piccoli e tondi da riempire con tonno, capperi o acciughe, che ben si addicono alla successiva conservazione sott’olio o sottaceto. Secondo altri il termine deriva invece dal greco “kapto”, che significa mordere, in riferimento alla sensazione di piccante che “morde” la lingua.
Le proprietà che non ti aspetti
Il peperone è ricchissimo di vitamine idrosolubili B1 e, soprattutto, di vitamina C. Con ben 150 mg per 100 g di prodotto, è l’ortaggio più ricco di questo prezioso elemento: batte persino le arance, che ne contengono 50 mg su 100. ll peperone ha quindi ottime funzioni di antiossidante naturale: contrasta l’azione dannosa dei radicali liberi prodotti dall’organismo che concorrono a determinare alterazioni cellulari responsabili dell’insorgenza di tumori e dell’invecchiamento cellulare in generale. Un maggior consumo di peperoni è quindi particolarmente consigliato a fumatori, anziani e bambini: approfittate della stagionalità del prodotto per proporlo in tavola a tutta la famiglia.