Sono sotto gli occhi (e nella bocca) di tutti: in queste prime settimane di maggio il mercato ortofrutticolo abbonda di fragole di diverse varietà e provenienza, ma tutte rigorosamente made in Italy. Del resto le nostre regioni del centro sud sono delle vere e proprie miniere di questo fragrante frutto, di cui erano ghiotti consumatori già i nostri antenati fin dall’epoca romana: dobbiamo infatti a loro l’etimologia del nome, dall’appellativo fragnas, che significa appunto “saporita”. Le fragole di quei tempi erano però solo frutto spontaneo: i primi tentativi di coltivazione risalgono a non prima del 1400, anche se la vera coltura partì verso la fine del Settecento, grazie alle nuove varietà importate dall’America Settentrionale e dal Cile. Queste piantine erano più resistenti e con frutti di dimensioni maggiori rispetto alle cultivar europee, tanto che prove – spesso esagerate – di esistenza di fragole giganti venivano fornite ai migranti del vecchio continente, per incoraggiarli a lasciare le loro terre e popolare il nuovo mondo.
Le fragole giunte ai nostri giorni sono di diverse varietà e forma: coniche, sferiche, globose, piccole o grosse, possono essere rifiorenti oppure produrre il frutto una volta sola all’anno. Tra le cultivar più diffuse: Candonga, Ventana, Camarosa. Però è d’obbligo sottolineare un appunto importante: anche se parliamo di frutto, la fragola tecnicamente è un cosiddetto “falso frutto”.
Infatti il boccone che assaporiamo è un’infiorescenza ingrossata. I veri frutti della pianta della fragola sono i semini gialli – botanicamente detti acheni – che ricoprono la superficie del gustosissimo ricettacolo fecondato. Altra curiosità riguarda la moltiplicazione vegetativa della pianta di fragola che, se trova condizioni adatte, diventa un’infestante: infatti gli stoloni – cioè i rametti che spuntano dalla gemma – a contatto con il terreno mettono radici e generano una nuova pianta, e così via. Una buona fragolaia però non deve basarsi su un’eccessiva riproduzione, in quanto si corre il rischio di avere piante deboli, facilmente attaccabili da parassiti e con scarsa resa: è bene rinnovarla circa ogni tre anni. Ecco perché le coltivazioni di fragole hanno spesso sul fondo del terreno dei teli di nailon, che servono anche per evitare che le fragole si rovinino venendo a contatto con il terreno.
Non dimentichiamo infatti che, tra tutti i frutti del mercato, le fragole sono tra i più delicati: vanno maneggiate con estrema cura e non possono essere ammassate, motivo per cui sono vendute nei classici cestini in plastica o cartone. Dobbiamo ricordarci di ciò anche nella conservazione domestica, che deve avvenire in frigo e durare al massimo 3-4 giorni, sebbene sia opportuno consumarle più fresche possibile per poter godere al massimo delle vitamine A e C e dei molti sali minerali in esse contenute, come potassio, calcio, fosforo, magnesio, zolfo, iodio e bromo.
Piano con i condimenti…Dateci dentro con le fragole in queste settimane: sono freschissime, ricche di sali e tutte italiane. Oltre e mangiarle intere in un solo saporitissimo boccone, previo lavaggio sotto acqua corrente, potete consumarle anche semplicemente tagliate a metà e infilate in uno stecchino: è un modo più simpatico per portarle in tavola in maniera dietetica. Infatti sappiamo bene che le ricette più sfiziose le vedono ricoperte di zucchero, panna montata, gelato o cioccolato fuso: senza nulla togliere alla golosità di queste preparazioni, non dimentichiamo che la frutta contiene già una buona dose di zuccheri naturali sotto forma di fruttosio. Sarebbe quindi opportuno consumare di norma le fragole senza eccessivi condimenti, per assaporare a pieno il loro gusto naturale.