Usare acido muriatico – nome commerciale della soluzione di acido cloridrico – per rimuovere ossidazioni e incrostazioni dal rame significa intervenire con un reagente estremamente aggressivo. Il cloridrico scioglie rapidamente i sali di rame che producono il tipico colore verdastro della patina, ma nello stesso tempo può intaccare il metallo vivo se la concentrazione è eccessiva o l’esposizione dura più di pochi secondi. Inoltre, a contatto con aria umida, l’acido libera vapori irritanti per le vie respiratorie e per gli occhi; a contatto con la pelle provoca ustioni chimiche. Per questi motivi l’operazione deve essere eseguita solo quando davvero necessaria – per esempio su pezzi che presentano croste verdigris molto tenaci o residui di malta – e sempre in condizioni di sicurezza controllata.
Indice
Preparare l’area di lavoro, le soluzioni e i dispositivi di protezione
Il rame va pulito all’aperto o sotto una cappa aspirante, posizionando il pezzo su un piano in plastica o vetro che non reagisca con l’acido. È indispensabile indossare guanti in nitrile spessi, occhiali avvolgenti e mascherina protettiva con filtro per vapori acidi. Accanto alla vaschetta di reazione occorre predisporre un contenitore con acqua tiepida e bicarbonato: servirà a neutralizzare l’acido residuo sul metallo e a rendere innocua la soluzione esausta. L’acido muriatico commerciale si trova in percentuali intorno al 10-12 %; per un’azione controllata conviene diluirlo in rapporto uno a dieci versando lentamente l’acido nell’acqua, mai il contrario, per evitare spruzzi e surriscaldamento.
Fase di immersione e controllo visivo continuo
Il pezzo di rame deve essere sgrassato con alcol isopropilico o semplice detersivo per piatti e sciacquato: impurità di oli o polvere impedirebbero all’acido di agire in modo uniforme. Una volta asciutto, lo si immerge nella soluzione diluita per pochi secondi, ruotandolo con pinze in plastica o acciaio inossidabile; si noterà immediatamente la formazione di bollicine e il progressivo scurimento della soluzione, segno che gli ossidi si stanno sciogliendo. Il tempo di contatto non dovrebbe superare i trenta-quaranta secondi: oltre, l’acido inizia a intaccare il metallo e crea micro-pitting, minuscoli crateri che rendono la superficie opaca e ne abbassano la resistenza alla corrosione futura.
Risciacquo, neutralizzazione e finitura
Terminato il bagno acido, il rame va trasferito subito nella vaschetta con acqua e bicarbonato; l’effervescenza che si sviluppa conferma la neutralizzazione. Si mantiene l’agitazione per un minuto, quindi si sciacqua a lungo sotto acqua corrente. A questo punto la superficie apparirà rosea ma leggermente “smorzata”; per ridarle lucentezza si può passare un panno di microfibra con una leggera pasta abrasiva specifica per rame o semplicemente strofinare con una soluzione di succo di limone e sale fine, che elimina gli aloni residui senza ricorrere ad altre sostanze forti.
Gestione dei rifiuti chimici e prevenzione di nuove ossidazioni
La soluzione acida esaurita, ormai carica di sali di rame, non dovrebbe finire nello scarico domestico: una volta completamente neutralizzata con bicarbonato (il pH va portato a circa 7, verificandolo con cartine indicatrici), va raccolta in un contenitore di plastica etichettato e conferita all’isola ecologica come rifiuto chimico. Prima di riporre l’oggetto pulito, un velo di cera microcristallina o uno spray protettivo per metalli non ferrosi crea una barriera contro l’umidità e ritarda la ricomparsa di ossidazioni: è il modo migliore per ridurre la frequenza di trattamenti tanto drastici.
Alternative meno aggressive da considerare
Quando la patina da rimuovere è solo estetica e non ci sono incrostazioni cementizie, sostituire l’acido muriatico con una miscela di aceto caldo e sale o con un bagno in soluzione citrica all’8 % offre risultati soddisfacenti senza i rischi connessi ai vapori cloridrico-rameici. Riservare l’acido muriatico alle situazioni limite significa proteggere sia la salute sia l’integrità del manufatto, prolungandone la vita utile con un approccio di manutenzione più sostenibile.