Questa micopatia, specifica degli aceri, colpisce in particolar modo l’A. pseudoplatanus e l’A. campestris.
Nei mesi estivi, sulla pagina superiore delle foglie, compaiono delle macchie rotondeggianti spesso contornate da un alone giallastro di 0,5-2 cm di diametro e di colore bruno in cui si evidenziano punti nerastri, che man mano si ingrossano confluendo tra di loro e producendo così delle tacche nere che ricoprono la parte infetta.
Nella pagina inferiore queste macchie appaiono più chiare ma non si evidenziano le macchie nerastre; col proseguire dell’infezione le foglie imbruniscono, disseccano e cadono. I picnidi appaiono come piccole corpiccioli neri di forma circolare.
Il fungo si conserva nelle foglie cadute in terra come apotecio che in primavera libera gli aschi da cui fuoriescono le ascospore responsabili delle nuove infezioni.
La penetrazione avviene attraverso le aperture stomatiche dove all’interno del mesofillo si sviluppa il micelio.
Per contenere questa micosi peraltro di limitata pericolosità si sconsigliano interventi sulle piante adulte. Una buona norma, per contenere la riproduzione del fungo è la raccolta e la distruzione delle foglie cadute in autunno. Sulle giovani piante si può intervenire in primavera all’emissione delle foglie ed in autunno con prodotti rameici.